Testimonianze dalle Scuole dell’infanzia Fism in Emilia-Romagna
Racconti che ci insegnano come leggere la realtà con gli occhi della fede

Bisogna salvare il seme
Non ci sono tante parole per commentare la situazione che noi, le nostre famiglie, le nostre case e le nostre scuole si sono trovate a vivere in questi giorni di pioggia e inondazioni.
Scrivo “noi e nostre”, perché questo fatto ha toccato tutti. Ha bloccato tutti, chi si è trovato con l’acqua ai piedi e chi no. Certo, il disagio, la drammaticità, i danni sono diversi per chi ha lavorato e sta lavorando per svuotare, salvare, asciugare, riparare… ma il cuore e la ragione hanno interpellato tutti.
I fatti li conosciamo.
Non c’è spazio per commenti o considerazioni. Occorre far spazio solamente a Chi sostiene la nostra Speranza.
Allora mi è tornata in mente la frase che Guareschi scrive in “Mondo Piccolo” nel dialogo tra il Cristo e Don Camillo:
“Signore, se è questo ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?”
Il Cristo sorride:
“Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme.
Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza.
Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede e mantenerla intatta”.
Salvare il seme! Salvare la nostra fede! Questo è ciò che intravedo ci sia chiesto ora
per non farci prendere dallo sconforto, ma per ricominciare a costruire ed educare. E i bambini cosa possono comprendere? Di fronte alle intemperie della vita, che la realtà pone, c’è una possibilità di starci, di esserci, di ‘so-stare’, non perché eroi, non in forza di energie o capacità particolari, ma perché
sostenuti dalla Speranza di Chi fa il mondo e ciascuno di noi che è Presente e ci è compagno ora.
Allora, anche l’esperienza del limite della natura umana è vinta. Un messaggio che convince anche i più piccoli, se fatto di parole, di azioni, di ‘sguardo’ che gli adulti hanno verso la Realtà.
Claudia Ventura - pedagogista FISM Bologna
Solarolo: la scuola parrocchiale apre le porte a tutto il paese
Sabato pomeriggio: sulla chat dell’AGIMAP Italia Onlus, associazione che riunisce genitori i cui figli hanno frequentato o stanno frequentando l’Istituto Maestre Pie dell’Addolorata di Bologna, arriva l’accorato appello di don Tiziano, parroco di Solarolo, che chiede aiuto per la situazione emergenziale causata dall’alluvione dei giorni scorsi nella zona della Romagna.
Domenica mattina: alcuni di noi partono con generi di prima necessità e, su richiesta del parroco, con un po’ di prodotti di cancelleria per i bambini. Entriamo con le macchine nel viale che conduce nel centro del paese: su entrambi i lati sono visibili le case fortemente colpite dall’esondazione del fiume e davanti alle porte numerose sono le cataste di mobili che il fango ha trasformato in rifiuti. Di fronte alla piazza, occupata dai tendoni della protezione civile, si trova la chiesa. Ci accoglie il parroco che, alla vista di una quindicina di persone che hanno accolto il suo appello, si commuove e non trattiene le lacrime, ringraziando la Provvidenza.
Mentre ci accompagna nel salone della parrocchia per riporre le provviste, ci spiega che sono stati giorni complessi, che lui stesso ha avuto momenti di scoramento, fin quando
una bambina gli si è avvicinata porgendogli una caramella e dicendogli: “Tieni Don, ne hai bisogno anche tu!”
Il Don tiene ancora quella caramella in tasca e ci confessa che, nei momenti più difficili, la tira fuori e ripensa a quella bambina.
“I bambini… sono loro la priorità”
– dice il don - “e da domani
la scuola dell’infanzia parrocchiale aprirà le porte a tutti i bambini del paese, visto che la scuola statale non è agibile, perché i bambini hanno bisogno di normalità e di stare insieme. Così, inoltre, daremo la possibilità alle famiglie di essere libere per continuare il recupero delle loro case e degli immobili colpiti... per poter ripartire”.
“Per quanto riguarda la nostra scuola parrocchiale, per il prossimo anno abbiamo solo otto bambini iscritti, ma io non voglio chiudere ed ho chiesto al Signore di darmi un segno.
La nostra scuola è stata l’unico edificio che l’esondazione del fiume non ha toccato: il segno è arrivato… ed io ancora una volta mi affido alla Provvidenza”.
Daniela Mughetto - pedagogista FISM Bologna